Nc Monza a tutela dei propri tesserati

06/03/2020

Inviata comunicazione ufficiale alla FIN

Di seguito la comunicazione ufficiale inviata in data odierna alla FIN nazionale e FIN regianale volta a tutelare i nostri tesserati e a contribuire alla salvaguardia del sistema sanitario regionale, già stremato in questo periodo. Nuoto Club Monza, non vuole essere complice di un'eventuale propagazione del COVID-19 sul terrirtorio monzese.

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Spett.le FIN,

dobbiamo, con sorpresa, prendere atto che nonostante le misure del DPCM del 04.03.20, teso a fronteggiare l’emergenza Coronavirus (ed in particolare la salute di noi cittadini) ed i chiarimenti del CONI rilasciati con nota di pari data, resta ferma la Vostra intenzione di far disputare regolarmente le partite di serie B in programma dal 07.03.20 e seguenti, e questo indiscriminatamente ed a prescindere dalla localizzazione geografica delle singole società.

Riteniamo la scelta incoglibile, se non addirittura pericolosa ed in palese violazione non tanto con la lettera delle normative nazionali emanate, ma con il più banale senso di responsabilità che una Federazione dovrebbe seguire.

La nostra posizione è supportata da più motivazioni che andremo ad elencare, non necessariamente in ordine d’importanza:

·        La tutela della salute dei propri atleti, prima che il loro risultato sportivo, è il faro che deve guidare ogni associazione sportiva nelle scelte da assumere. La nostra società, in una situazione così particolare e mai affrontata in passato, è decisa a garantire oltremodo i propri atleti, ma anche gli atleti avversari. Spingerli ad affrontare una partita di pallanuoto, dove i contatti corpo a corpo sono imprescindibili, ci sembra francamente irresponsabile, oltre che contrario ai principi ed alla ratio di tutti i provvedimenti assunti a livello nazionale in questi giorni, dove ci consigliano addirittura di non scambiarci una stretta di mano.

·         Nelle ultime due settimane la nostra società ha subito, ed accettato, tutte le conseguenze che l’emergenza Coronavirus ha provocato in Lombardia. In primis la chiusura di tutti gli impianti del circondario Brianzolo e Milanese da parte dei gestori delle piscine. Questo, nella sostanza, significa che i nostri atleti non si allenano (ad oggi) da 14 giorni. Non comprendiamo come sia pensabile obbligarli ad affrontare una partita in palese disparità con avversari che, invece, hanno potuto continuare ad allenarsi. Una federazione sportiva, a nostro avviso, dovrebbe promuovere e garantire la serietà, democraticità e sportività di ogni manifestazione. Ebbene diteci come può essere serio, democratico e sportivo imporre che si svolga un incontro tra chi (per ragioni ben al di sopra delle proprie scelte e responsabilità) non ha potuto allenarsi per 2 settimane e che invece ha potuto allenarsi a pieno regime.

·         Tralasciando l'assurdo di cui al punto precedente, anche volendo la nostra società, che subisce le scelte del gestore della piscina, non sarebbe comunque in grado di garantire l'apertura dell'impianto. Ad oggi, infatti, il gestore Sport Management  non intende aprire la Piscina (ma nemmeno alcuno dei numerosi centri che gestisce in Lombardia) per ragioni anche condivisibili. Nel nostro caso specifico, parrebbe che solo l'intervento del Comune potrebbe determinarne l'apertura forzata della piscina.

·         Il DPCM del 04.03.20 autorizzerebbe lo svolgimento delle attività sportive agonistiche a porte chiuse. Precisa poi che per lo sport di base il suo esercizio è consentito solo quando e se possibile mantenere la distanza di almeno un metro tra le persone. Al di là della contraddittorietà della norma, che comunque ci spinge, per i motivi già illustrati, ad interpretarla nel senso più restrittivo a tutela della salute degli atleti, vi è una Nota del CONI sempre del 04.03.2020 che a seguito delle richieste di chiarimenti in merito alle attività sportive che prevedono un contato ravvicinato, precisa che gli artt. 1 e 2 del DPCM 04.03.20 stabiliscono che "laddove non è possibile la distanza di un metro, l'attività non può essere svolta". Ci attenderemmo, quindi, che la FIN chiarisca come sia possibile giocare a pallanuoto garantendo detta distanza, ovvero disattenda l'interpretazione del CONI con comunicato ufficiale e motivato.

·         Sempre il DPCM del 04.03.20 impone che le società presso cui si svolgono le eventuali manifestazioni sportive debbano disporre di personale medico "che possa effettuare i controlli idonei a contenere il rischio di diffusione del virus COVID-19 tra gli atleti, i tecnici, i dirigenti e tutti gli accompagnatori che vi partecipano ". La nostra società non è nelle condizioni di garantire tale presidio, ma temiamo quasi nessuna delle altre società sportive anche professionistiche. Di questo non possiamo nemmeno dispiacercene in quanto una supervisione medica del genere si fatica a rinvenire nelle stesse strutture ospedaliere, figuriamoci in piccole associazione sportive territoriali come la nostra. Inoltre sgravare una responsabilità così profonda in capo alle singole associazione ci sembra inaccettabile.

Per tutte queste ragioni la società NUOTO CLUB MONZA, fino a quando non verranno assunte nuove e diverse disposizioni a livello nazionale e fino a che le autorità sanitarie non dichiareranno cessata l'emergenza, non intende disputare alcuna partita giovanile e seniores (regionale e nazionale) non intende mettere in pericolo la salute dei propri atleti, né quella degli atleti avversari, non intende accettare una scelta che non considera minimamente la diversità delle posizioni delle società sportive a livello nazionale e che avalla invece una logica antidemocratica nello svolgimento di ogni gara (gare che dovrebbero, invece, garantire quale conditio sine qua non il diritto dei contendenti di giocare ad "armi pari").

La nostra è una scelta difficile, ma riteniamo sia di buon senso, garantista, sportiva e non dettata da alcuna logica economica o politica.

 

Tanto dovevamo.

Consiglio direttivo Nuoto Club Monza